Miserie e splendori dell'editing



Sì, editing. Quella cosa di cui tutti parlano ma nessuno realmente la conosce.
Un po' come le leggi di Murphy.
Anche io non sapevo cosa fosse l'editing prima di lavorare con Alessandra Penna a Matrimonio di Convenienza, ora ho le idee chiare e voglio approfittarne per diffondere il verbo.
Insomma, se anche voi come me avete la passione per la scrittura, credetemi, questo è un bagno di realtà che va fatto.
Intanto, cosa non è l'editing?
Non è correzione grammaticale. Sì, se Alessandra individuava miei strafalcioni o sfondoni che Dante Alighieri stava rivoltandosi nella tomba, me li sottolineava ma non era quello il cuore del suo lavoro di revisione.
Non è l'individuazione di refusi, ossia: parole ripetute, doppi punti, doppie virgole, minuscole al posto di maiuscole, lettere invertite. Quello è il lavoro del correttore di bozze che ha il compito di ripulire il testo.
Chiarito cosa non è, parliamo di cosa è l'editing: è una vista prospettica del romanzo nella sua globalità.
L'editor individua le incoerenze, le azione fuori asse dei personaggi, quando i dialoghi sono inverosimili e vanno riscritti, segnala gli errori marchiani (Londra è la capitale del Messico), ti dice quando il romanzo perde di ritmo, se ci sono dei passaggi superflui o si necessita un approfondimento, se la caratterizzazione dei personaggi è credibile e potrei andare avanti all'infinito...
L'editing studia l'architettura del romanzo.
Problema dell'editing: quando l'autore riceve le correzioni di solito passa un periodo buio in cui si sente un fallito.
Però passa, perchè dopo aver editato, il romanzo ha tutti i cerchi chiusi e quella è una soddisfazione che vale la frustrazione patita.
Provare per credere.
Il tuo romanzo MERITA un editing, mettersi in discussione è un segno di rispetto per il proprio lavoro.

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