Fallimenti clamorosi di autori famosi.


Scrivo questo post perché sia d'incoraggiamento (inclusa me), perché tutto il mondo fallisce, tutto il mondo non riesce al primo colpo, tutto il mondo sbaglia. Pure i migliori sbagliano.
Ecco tre casi di autori celeberrimi che prima di diventare dei dell'editoria, sono passati attraverso il tunnel della frustrazione chiamato anche "Non ce la farò mai".

#3 - Helen Fielding.
La conosciamo come l'autrice dell'acclamatissimo Diario di Bridget Jones, best seller internazionale, blockbuster sbanca-botteghino, capostipite del chick-lit anni '90.
Peccato che nessuno (forse nemmeno i genitori dell'autrice) conosce Cause Celeb, il primo romance di Helen, ambientato in Africa. La critica lo aveva accolto bene, il pubblico un po' meno. Molto meno: le copie vendute furono pochissime.
L'esperienza sembrava aver messo la parola fine alla carriera di Helen nel mondo del rosa.
Al tempo faceva la giornalista e la testata londinese The Indipendent le aveva chiesto di scrivere un articolo relativo alla sua vita da single nella capitale. Lei rifiutò trovando l'idea imbarazzante e propose invece di farlo creando un personaggio immaginario comico in modo esagerato (Bridget). La cosa funzionò tanto da trovare un affezionato seguito e il suo editore le propose di pubblicarlo come romanzo: Il diario di Bridget Jones. La storia da qui in avanti la sappiamo.

#2 - Ken  Follett
Il suo curriculum non ha bisogno di presentazioni. Ken è un autore da 160 milioni (sì, avete letto bene) di copie vendute. Neanche i suoi libri fossero di cioccolata.
Però non ha sempre venduto milioni di copie.
Ken faceva il giornalista e decise di iniziare a scrivere romanzi perché... aveva bisogno di soldi per aggiustare la sua macchina.
Era il 1974 e fu solo nel 1978 e ben 11 romanzi dopo (sì, 11) che raggiunse il successo con La cruna dell'ago.
Oggi, quale autore non si farebbe scoraggiare dopo undici romanzi senza riscontro? Ne bastano anche meno per decidere di appendere la penna al chiodo, abbattuti dalla frustrazione.

Ora veniamo alla mia storia della buonanotte preferita.

#1 - Dan Brown
Nel 2003 il suo Codice Da Vinci ha sconvolto il mondo, ha fatto tremare il Vaticano, ha scombussolato i tribunali e non ha fatto chiudere occhio ai critici d'arte.
Scioccante.
Come i capelli di Tom Hanks nel film.
Ma Dan Brown non nasce come autore di soft thriller storico-artistici, nossignori.
Nasce come autore di... rullo di tamburi... ROMANZI ROSA.
In pochi, pochissimi, sanno che nel 1995, Dan pubblicò sotto lo pseudonimo Danielle Brown (che fantasia!... Sei riuscito a scrivere che forse le spoglie di Maria Maddalena giacciono sotto il Louvre -spoiler - ma non riesci inventarti niente di meglio di Danielle Brown?!?!) il rosa umoristico 187 uomini da evitare: guida di sopravvivenza per donne romanticamente frustrate.
Un libro talmente confuso che perfino Amazon, non sapendo come catalogarlo, lo ha inserito nella categoria "Salute e benessere".
Inutile dire che non è andata bene.
Ma Dan non si è abbattuto! Ha cambiato strada e ha inventato Robert Langdon. E ha fatto eliminare il suo romance anche dalla sua bibliografia su Wikipedia (vecchia volpe!).
Quello che non è riuscito a fare eliminare, però, è il suo passato da aspirante cantante pop. Già. Nel 1994 pubblico il suo primo (e unico) album dal titolo... ANGELI E DEMONI.
Dan, ci piaci così come sei, la tua vita, i tuoi tentativi falliti sono di enorme ispirazione per tutti, lo dico con simpatia e ammirazione, certa che in futuro venderai ancora di più delle 200 milioni di copie che hai all'attivo.

C'è speranza per tutti! Buon lunedì people!

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