Leggiamo poco o si stampa troppo?



Come di consueto, l'anno che finisce porta con sé resoconti, classifiche e sommari dei dodici mesi passati e anche l'editoria non fa eccezione. (clicca QUI per i dati ufficiali)
Nel momento in cui l'ISTAT ha diffuso i dati su lettura ed editoria relativi al 2017 (i conti si fanno sempre un anno indietro), i giornali non hanno perso tempo a versare lacrime e sangue sulle testate, al grido di "Si legge poco!" e "Si pubblica troppo", ma io mi dissocio da questo pianto universale e assoluto, guardando ai numeri con ottimismo.
E vi spiego perché: i dati dicono che nel 2017, la percentuale di persone sopra i sei anni che ha letto almeno un libro per motivi non scolastici o professionale è il 41%.
Davanti a questo numero sono partite le litanie del "Che scandalo! Solo 4 persone su 10 leggono!", "Che degrado", "Dove andremo a finire?"... ma i numeri presi da soli non vogliono dire nulla.
Un giornalista non allarmista dovrebbe mettere in fila i numeri di più anni per capire cosa significa, e visto che nessuno lo fa, lo faccio io:

Questo che vedete è il grafico prodotto dall'ISTAT, che mette in linea temporale le percentuali di lettori anno per anno. Io ho deciso di semplificarlo con delle linee colorate a prova di fatica: verde per la crescita, rosso per il calo.
Dal 2000 a oggi non c'è stato un unico trend o di solo calo, o di sola crescita, ma il dato ha fluttuato anno per anno, con una preponderanza al calo dal 2012 al 2016, anno in cui avevamo toccato il 40,5%.
Quello che sarebbe interessante e MOTIVANTE fare notare è, non solo l'arresto del calo, bensì, l'inversione del trend.
Vero, una crescita di 0,5% è timida, ma c'è.
Io prendo come positivo già il fatto che il calo non ci sia stato (mi andava bene anche stazionare al 40,5), ma la crescita va presa come un rilancio.
Però nessuno lo dice.
E in questo 41% un grosso grazie va alle donne, che da sole costituiscono il 47,1% dei lettori.
Domanda: si legge poco? La risposta è nì, perché chi legge, legge tanto, le persone che conosco e che leggono, viaggiano alla media di un libro a settimana (non deve essere per forza Guerra e pace), sarebbe auspicabile che aumentassero i lettori, ma questo è possibile solo quando la lettura diventa un fenomeno di costume. E chi fa i fenomeni di costume? I grandi media tradizionali: giornali a copertura nazionale e televisioni. Sarebbe carino che invece di dedicare articoli a Cristiano Ronaldo che festeggia il capodanno a Dubai, o ai Ferragnez in viaggio di nozze alle Maldive, si parlasse un po' più di libri. A buon intenditor...
Passiamo alle pubblicazioni: rispetto al 2016 è stato pubblicato il 9,3% di nuovi titoli in più, aumentando così l'offerta. Benché molti si lagnino del fatto che gli editori stampino troppo, io vedo un collegamento tra aumento di lettori e aumento delle pubblicazioni.
Avere scelta invoglia l'acquisto.
Io, da consumatrice, per prima tendo a comprare più volentieri se ho tanta scelta, perché sento che "dall'alto" cercano di venire in contro ai miei gusti.
Un'editoria che propone pochi titoli è come se dicesse: o mangi questa minestra o salti dalla finestra. Di conseguenza, i lettori scappano. Ben venga l'offerta di più titoli se questa richiama lettori.
Anche la malvagia editoria digitale è in crescita (per questo dato mi appoggio alle statistiche di Kobo, clicca QUI per leggere l'articolo), in barba ai suoi detrattori che vedono l'ebook come il mostro divora cultura. Vuoi perché più economici, vuoi perché più comodi e pratici, vuoi per scelta etica per ridurre il consumo della carta, l'Italia si attesta quarta nella classifica mondiale di paesi che leggono in ebook.
Io non ci vedo la morte del cartaceo (chi ama i libri, il cartaceo lo compra sempre), ci vedo lo specchio di un popolo che si evolve, che diventa flessibile, che si apre alla tecnologia e che è curioso. Molti titoli, per anzianità o perché di nicchia, vengono pubblicati solo in ebook, e grazie ai lettori digitali, anche questi hanno il loro pubblico e la loro raggiungibilità.
I dati sulla lettura in Italia sono davvero così brutti? O sono delle buone basi per sperare in un rinascimento editoriale?
Sarò anche forse troppo ottimista, ma ricordatevi che anche Da Vinci, quando disegnò la sua macchina volante, fu preso per pazzo... Chi lo avrebbe mai detto, nel 1500, che oggi saremmo arrivati a comprare un volo Orio al Serio- Londra sul sito della RyanAir a 9 euro e 90?
La rivoluzione non si fa mai da soli.
Leggiamo, leggiamo tutti, parliamo di libri ed educhiamoci alla lettura a vicenda (e questo, i bookblogger, lo avevano capito da un pezzo).

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