Il lusso di essere donna


Essere donna è un lusso, non lo sapevate?
Ogni tanto se ne parla, ma dopo una lieve brezza, sul mare torna calma piatta e questo è male.
Partiamo dal ciclo.
Non abbiamo scelto noi di averlo, e sono certa che se votassimo per alzata di mano, nessuna si proclamerebbe felice di quei 3/5 giorni di emorragia-emicrania-gonfiore-nausea-crampi.
Insomma, se nasci femmina, sai che dagli 11 anni (circa) e per altri 40, ogni mese le mestruazioni ti aspetteranno al varco.
E ogni mese se ne va un pacco di assorbenti e tamponi (costano sui 5 euro l'uno), per dodici mesi fa 120 euro circa, di spesa imprescindibile a meno che qualcuna non voglia lasciare la scia tipo lumaca.
Eppure c'è ancora qualcuno che ritiene che gli assorbenti debbano ricadere nella stessa fascia IVA dei beni di lusso, quindi al 22%.
Insomma, non sono un bene primario. Però io non metto gli assorbenti perché mi piace, ma per bisogno e rispetto dell'igiene mia e degli altri.
A casa mia il concetto di bene di lusso è ciò di cui si può fare a meno, non essenziale, tipo... che ne so... i gratta e vinci. (Qui l'inchiesta della Gabanelli per il Corriere)
Ah, no! I gratta e vinci sono ADDIRITTURA ESENTI DA IVA!
Quasi quasi conviene usare un "SUPER MILIONARIO" al posto di un Lines con ali.
Ma andiamo avanti.
Stessa cosa, per i pannolini. 
Chi di voi è mamma saprà che la cacchina del proprio figlio (almeno finché non impara l'uso del vasino) è un'altro lusso, perché i pannolini per bambini ricadono anch'essi nella fascia IVA dei beni di lusso (22%).
Il costo di una fornitura annuale di pannolini supera i 1000 euro. Con un costo del genere, buttarli è un peccato! Sarebbero quasi da conservare e appendere tipo quadri di Picasso. Magari a casa di tutti i ministri dell'economia che non hanno mai mosso un dito per cambiare questa cosa.
In breve: l'igiene è ritenuta un optional.
La pillola contraccettiva.
In seguito alla campagna per il Fertility Day si è pensato bene che quelle zoccole egoiste che vogliono scopare in giro senza dare figli alla patria si debbano pagare la pillola di tasca loro. La mutua non la passa più. (QUI l'articolo di Donna Moderna)
Partendo dal presupposto che nessuno deve permettersi di giudicare se una donna vuole 0, 1 o 10 figli, se voglia diventare madre a 20  anni o MAI, la pillola anticoncezionale è un farmaco che viene usato nel trattamento di diverse patologie ormonali, per tanto a scopo terapeutico.
Ne butto lì una per tutte: l'endometriosi.
Chi soffre di questa patologia all'utero, per evitare formazione di cisti, noduli e aderenze deve bloccare l'attività ovarica, abbassare il tasso di estrogeni e compensare con il progesterone e indovinate un po' come? Prendendo la pillola. Per tutta la vita.
E non si può prenderne una a caso, andare in farmacia e chiedere "Mi dia quella che costa meno", perché serve una composizione con i dosaggi perfettamente bilanciati per il proprio bisogno e compatibile con le proprie patologie (se si soffre di diabete, ad esempio). Morale: se la pillola che ti ha prescritto la ginecologa costa 18 euro, la tua endometriosi ti costerà 216 euro l'anno, ogni anno, fino alla menopausa.
Alle patologie uterine aggiungiamo i trattamenti dermatologici per chi soffre di acne grave, o per corregge gli scompensi ormonali.
Ma no, pur essendo terapie, la mutua non le passa, perché siccome la pillola ti rende momentaneamente sterile, tu sei un utero momentaneamente inutile alla causa, quindi paga di tasca tua!
Sì, l'utero è un lusso, ora lo sappiamo.
Ecco perché sono allergica al femminismo da salotto, quello che milita al grido di "Chiamatemi DottorA, AvvocatA, ArchitettA", perché una vocale non mi migliora la vita, ma riconoscere che il mio ciclo mestruale rappresenta un vincolo a vita, che un bambino di due mesi non ha l'autonomia di fare la cacca nel water, che le mie patologie non me le sono scelta io, questo sì.
No al femminismo delle parole, che si nutre di simboli, e sì al femminismo dei fatti, quello che serve a migliorare la qualità della vita di tutte noi.
Perché il #pinkpride è anche questo: aiutarsi a migliorare la nostra vita partendo dalle cose concrete.
E adesso, andiamo tutte al tabacchino e comprare un pacco di gratta e vinci con ali!

P.S.
So che qualcuno obietterà dicendo "Al posto degli assorbenti puoi usare la Mooncup", ma non tutte le donne sono a loro agio (come non tutte lo sono con gli assorbenti esterni o con i tamponi), o chi ha subito un intervento chirurgico (tipo me), e le è stato detto di non usare dispositivi interni di per un tot di mesi (e comunque, anche sulla Mooncup, l'IVA è al 22%, quindi il discorso non cambia. Le mestruazioni sono tassate PUNTO!). Progresso significa possibilità di scelta, e io devo poter scegliere senza essere punita economicamente per qualcosa di cui ho bisogno.

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