I romanzi rosa sono diseducativi
Oh, fino a ora ne abbiamo viste un po' di ogni, ma alla mia collezione di etichette appioppate ai romanzi rosa, "Diseducativo" mi mancava.
In una società in cui la tendenza ad amare le cose e usare le persone sembra sempre più preponderante, nella mia ingenuità pensavo che i romanzi rosa fossero rimasti l'ultimo baluardo di speranza per credere ancora nelle emozioni e nei sentimenti.
E mi sbagliavo!
Per fortuna è arrivato QUESTO articolo ad aprirmi gli occhi e a spiegarmi ancora una volta come i romanzi rosa siano il male, i primi responsabili del degrado umano, strumenti del demonio degni dei roghi inquisitori. Per fortuna.
Lasciando perdere le prime righe introduttive che sciorinano l'ormai nota cantilena "I rosa fanno male alla coppia... illudono le donne...rovinano le storie d'amore..." e via dicendo, cose che ormai scorro più per abitudine che per interesse, sperando di leggere qualcosa di davvero sconvolgente (tipo che i romanzi rosa sono responsabili del surriscaldamento globale).
Ma nell'articolo in esame oggi, il focus cade sull'igiene sessuale: solo l'11,5% dei romanzi rosa include l'uso del preservativo durante l'atto sessuale dei protagonisti.
Apriti Cielo!
Da lì ad additare i romanzi rosa come i responsabili della diseducazione sessuale delle donne il passo è breve.
Malattie sessualmente trasmissibili e baby mamme? La colpa è da imputare ai romanzi rosa che propinano un modello di rapporto amato-amata privo di protezioni.
Certo.
Non è la disapprovazione solida e ferma delle istituzioni religiose, fin dalle sue più alte sfere, a portate avanti da sempre la campagna CONTRO gli anticoncezionali.
Non è la faccia maliziosa che fanno quelli in fila dietro di te al supermercato, o in farmacia, quando prendi la scatola di preservativi.
Non è il giudizio insito nella società ipocrita e pruriginosa che giudica con due pesi e due misure l'uomo e la donna: sì, perché se è l'uomo a comprare i preservativi e a girare con due bustine in tasca è un GRAN FIGO, se è la donna a comprarli e a tenerli in borsetta è una GRAN ZOCCOLA.
Non sono i miliardi di video porno sulle infinite piattaforme comodamente raggiungibili con Google, che nella maggior parte dei casi fanno da "scuola" ai ragazzini. Video di threesome, gang-bang, orge, rapporti orali multipli, disinvolti passaggi bocca-vagina-ano-ano-vagina-bocca etc SENZA PRESERVATIVI.
Non sono quegli uomini che al momento di passare ai fatti, alla parola "preservativo" iniziano a sgranare il rosario del: "Con il profilattico non sento niente"; "Mi dà fastidio perché ce l'ho troppo grosso"; "Il lubrificante me lo anestetizza", "Tranquilla, la prima volta non si resta incinta"; "Se prendi la pillola, non serve", "Sono allergico"...
La colpa non è dei sistemi scolastici che non prevedono un ora fissa a settimana di educazione all'igiene e sessuale (di solito si chiede al prof di educazione fisica o a quello di disegno di sacrificare un ora all'anno per far partecipare i ragazzi a un sommario incontro con un dottore del consultorio, che in 60 minuti deve riassumere anni di esperienza professionale).
Non è l'IVA al 22% come per i beni di lusso.
No. Hanno ragione. La colpa è dei romanzi rosa.
I consultori sono pieni, c'è la fila fuori di donne e ragazze che dicono "Eh, sì, ho la clamidia/l'herpes/la candida/sono incinta perché nei romanzi rosa non parlano di preservativi".
Io sono pro-preservativo, lo dico subito perché sia chiaro. Sono una di "quelle" che li tiene in borsa assieme ai Tampax, all'analgesico ad ampio spettro, burro cacao e caricabatterie per il cellulare.
Ma non perché io ho letto i romanzi rosa giusti.
Perché ho una madre che ha fatto la madre, ho delle amiche con cui ho potuto parlare di tutto senza che una giudicasse le altre, perché nel dubbio mi sono informata (presso portali gestiti da professionisti non prendendo per vere fonti dichiarate di opere di fantasia, quali i romanzi sono).
Dire che i romanzi rosa sono diseducativi, presuppone che questi debbano avere una scopo didattico, ma la verità non è così, perché se dovessi scrivere un romance che sia anche un manuale di buon senso per la lettrice, dovrei essere ben attenta a scrivere che: ci si lava i denti tre volte al giorno, usando il filo interdentale e collutorio; non bere alcool, non fumare, non mangiare cibo spazzatura, fare attività fisica almeno due volte a settimana, farsi la doccia e cambiarsi la biancheria ogni giorno, fare gli esami del sangue, il pap-test, lo screening mammografico, la mappatura dei nei, darsi la crema solare prima di esporsi al sole, guardare a destra e a sinistra prima di attraversare la strada... e ovviamente che il sesso va fatto SEMPRE CON IL PRESERVATIVO.
Ma serve? Voglio dire, perché la cosa abbia un senso, dovrebbero farlo tutti gli autori di romance. E poi, perché solo romance? Tutti gli autori che scrivono romanzi di ogni genere dovrebbero adeguarsi al manuale del buon senso. Perché il peso educativo dovrebbero portarlo solo i romance, mentre tutti gli altri sarebbero liberi di inneggiare a sesso, droga e rock&roll? Specie quei testi che finiscono in mano ai maschietti, quelli che hanno sempre la scusa pronta per non usare il preservativo.
E che dire del cinema? E della TV?
Non so, più che un vero capo d'imputazione, mi sembra l'ennesimo pretesto per mettere alla gogna un genere che non ha altra colpa se non quella di essere il più venduto e pur di trovargli un effetto collaterale grave, si è andato a scavare per riesumare la più stiracchiata delle teorie.
Detto ciò, usare il preservativo è cosa buona e giusta, va comprato senza vergogna, anzi, con orgoglio, perché vuol dire che si è persone responsabili per se stesse e per gli altri.
Ma questo non ve lo devo dire io, non sono un profeta e non è il mio ruolo.
Quella che deve cambiare è la mentalità della società: non giudicare una donna per le sue scelte.
Ma fintanto che la giudicherà ancora ANCHE per la biancheria intima che indossa (QUI la storia dell'uomo che è stato assolto da stupro perché la vittima portava il tanga), io nutro ben poche speranze.
Ben vengano i romanzi rosa, che almeno quelli, sono scritti per il benessere e per il divertimento delle donne.
Io, nel caso non si fosse capito, non sono dalla parte degli articoli scritti da donne, che incolpano le donne e giudicano le donne.
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