I romanzi rosa illudono le donne


Sembra che al male non ci sia mai fine e, in questo, i romanzi rosa sono la mano destra del diavolo.
Mi è stato detto che i romance illudono le donne, perché propinano modelli amorosi inarrivabili rispetto alla realtà: principi azzurri bellissimi, galanti, intelligenti e simpatici, storie grondanti romanticismo, gesti cinematografici e sesso paradisiaco.
Insomma, noi autrici rosa saremmo una sorta di plagiatrici della mente femminile, che con i nostri romanzi a lieto fine, trasformiamo le donne in languide gelatine sospiranti.
Sì, perché l'accusa parte da questo presupposto: la donna che legge romanzi rosa cerca l'amore eterno, la storia perfetta, il "Vissero tutti felici e contenti per sempre" e uomini da favola.
La realtà invece è ben diversa: matrimoni che finiscono in divorzi spietati, violenze domestiche, difficoltà economiche, uomini appena passabili, donne che invecchiano cedendo alla crudeltà del tempo, tradimenti e liti furibonde.
La colpa del romanzo rosa sta proprio lì, nello strappare la lettrice alla realtà, impedendole di accettare un uomo che non sia meno che perfetto, portandola a chiudere relazioni perché non sono "da favola" e inculcandole aspettative così alte da non poter mai essere soddisfatte.
Oh... ma questi romanzi rosa sono proprio brutti e cattivi!

Visto che sono alla sbarra, rispondo all'accusa, Vostro Onore.

Chi legge romanzi rosa, è consapevole che il libro che sta affrontando ha dei topos propri del genere, degli schemi narrativi consolidati, quali: eroina in cui immedesimarsi, eroe di cui innamorarsi, storia d'amore da sogno, e lieto fine. E fino a qui, sono d'accordo, nella lettura c'è illusione, ma ATTENZIONE! L'illusione finisce una volta girata l'ultima pagina.
E come i foglietti illustrativi dei medicinali, il disclaimer in quarta di copertina, chiarisce ogni dubbio: questo libro è un'opera DI FANTASIA. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell'autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia o riferimento a fatti, luoghi o persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
La parola chiave è FANTASIA. Ripetiamolo tutti insieme: FAN-TA-SIA.
Quindi sì, può esserci illusione, si può restare affascinati da un personaggio, ma la vita quotidiana appartiene a noi, ci siamo dentro, quindi ci svegliamo anche presto dal nostro sogno.
Se una persona è davvero tanto sensibile da venire stigmatizzata a vita dalla lettura di un romanzo, al punto di non poter più procedere con la propria sfera sentimentale ed emotiva, poiché "bloccata" nel limbo del romanzo rosa, la colpa non è da imputare al romanzo in sé, quanto piuttosto, questa persona ha bisogno di collaborare con se stessa e fare un po' di autoanalisi.
Questo equivarrebbe a dire che se rimango a secco con l'auto, la colpa è della macchina... quando mai?! Al massimo la colpa è mia che dovevo ricordarmi di fare benzina!

Detto questo, se i romanzi illudono le donne, allora c'è da aver paura dei thriller, perché se capitano in mano alla persona sbagliata, potrebbe dargli un sacco di cattive idee, tipo scuoiare ragazze per farsi un vestito di pelle umana, profanare tombe, nascondersi nella doccia di un motel con un coltello. (Della serie: se il crimine esiste è colpa dei romanzi gialli).
Oppure, seguendo questa logica, i bambini non dovrebbero leggere Harry Potter, o potrebbero illudersi che anche loro un giorno saranno dei maghi.
E che dire dei James Bond, romanzi in cui il buono vince sempre sul cattivo e la giustizia trionfaHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH (scusate, non riesco a smettere di ridere)...

Se qualcuno vuole ancora additare le autrici di romanzi rosa come venditrici d'illusioni, si accomodi, ma sappia che lo stesso discorso vale anche per i vari J.K. Rowling, George R.R. Martin, Stephen King e tutto il mondo della fiction in generale.
E questi raffinati pensatori, se vogliono essere coerenti con se stessi, dovrebbero smettere di andare al cinema e guardare la TV.

Ora, scusate, ma c'è un simpatico clown dentro un tombino che mi sta offrendo un palloncino.



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