Contratti editoriali: cosa guardare.



Abbiamo scritto un romanzo, lo abbiamo mandato a una casa editrice o lo abbiamo autopubblicato, e ora ci è arrivata una proposta di contratto editoriale.
Cosa fare?
Questa è la mia breve esperienza e cosa ho imparato.

DISCLAIMER: non entrerò assolutamente nel merito dei miei contratti con Newton Compton Editori e dettagli relativi ad essi, in quanto materia strettamente privata. Mi rifarò a esperienze pregresse basate su contratti ricevuti e non firmati. 

Ok, abbiamo un contratto editoriale sul tavolo. Cosa facciamo?
1- chiediamo consulenza a un avvocato. Io sono architetto, quindi davanti al mio primo contratto editoriale non sapevo cosa guardare. Sì, l'avvocato costa, ma credetemi, costa di più ritrovarsi per anni legati a un contratto capestro che ci stringerà il collo come un cappio. 

2- Leggere. Leggiamo il contratto 20, 30, 40 volte con attenzione e segnamoci tutto ciò che non ci è chiaro o ci fa sorgere dubbi, in modo da poi confrontarci con l'avvocato e ci spieghi meglio ciò che non abbiamo capito.

3- Quello che non ci ha chiarito l'avvocato, chiediamolo alla persona di riferimento della casa editrice che ci ha mandato il contratto (di solito è l'ufficio legale).

COSA NON DEVE ESSERCI IN UN CONTRATTO:

1- richiesta di contributi economici: come ho già scritto nell'articolo relativo all'editoria a pagamento (clicca QUI per leggerlo), un editore serio non chiede contributi.

2- richiesta di acquisto preventivo da parte dell'autore di un numero X di copie. Cosa dovrebbe farci l'autore?!?!?! Venderle porta a porta? 

Queste, diciamo, sono le cose fondamentali, che però certi editori un po' raffazzonati trascurano di chiarire e l'autore, spesso digiuno di editoria, ignora, firmando in buona fede.
Un contratto editoriale è una cosa complessa (parliamo, appunto, di cessione dei diritti), strutturata, diffidate di chi v'invia un contratto di 4 paginette, vuol dire che ha omesso troppe cose! E ogni omissione è un danno ai vostri interessi.

Una volta chiariti questi punti, possiamo iniziare a ragionare sul resto, ma fino a questo momento TENIAMO LA PENNA IN TASCA.

P.S. Se l'editore vi fa pressioni per firmare il contratto ("Ehi, sai, abbiamo fretta, vorremo chiudere in 24/48 ore"), occhio! Chi vi mette fretta ha qualcosa da nascondere, perché vuol dire che vi sta privando della serenità per riflettere e porvi giuste domande. Solo gli stupidi non si pongono domande.

Un editore serio non vi mette fretta, propone contratti strutturati, ha un ufficio legale disponibile a sciogliere i vostri dubbi e rispondere alle vostre domande e vi mette a vostro agio.

Commenti

  1. Bravissima, queste informazioni sono sempre utili. 😉 Purtroppo ci sono ancora molti editori che si approfittano di autori esordienti che farebbero di tutto pur di vedere la loro opera edita.

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    1. Sante parole. Io non ne ho trovata una di casa editrice anche tra quelle conosciute che non mi chiedesse soldi. E molte altre non permettono all'esordiente neanche di inviare il proprio manoscritto. E allora...come si fa?

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