La ricetta per scrivere un bestseller

                                        

Se stai leggendo questo post perchè stai scrivendo un romanzo e vuoi sapere come renderlo un bestseller ho due notizie per te: una buona e una cattiva.

Quella buona è che per scrivere un bestseller, non ci vuole molto, basta una cosa sola.

Quella cattiva è che quella cosa è farsi un culo così.

Fine. The end. Fin. Ende. Final. Eindigen. конец (questo è "fine" in russo).

Sediamoci tutti insieme, prendiamoci per mano e ripetiamo in coro: la ricetta del bestseller non esiste.

"La ricetta del bestseller non esiste".

Non è tipo quella della Sachert Torte o della Coca-Cola, custodita in un misterioso caveau di cui hanno le chiavi solo Stephen King, Dan Brown, Ken Follett, Wilbur Smith e Grisham e che trasmettono in gran segreto a un loro protetto.

L'unico modo per scrivere bene è scrivere tanto (con la motivazione giusta, non con la velleità di diventare milionario, iperfamoso, corteggiato da tutte le più grosse CE mondiali), leggere tanto e autoistruirsi.

Cosa vuol dire autoistruirsi?

  1. Vuol dire guardarsi intorno, capire cosa sta succedendo nell'editoria, conoscere come funziona il sistema e i suoi meccanismi. Il mondo delle pubblicazioni è complesso e per capirlo bisogna osservare cosa pubblicano gli editori, come, quando, a che pubblico si rivolgono, come comunicano le uscite. Se speri di arrivare allo scaffale della libreria, ti conviene familiarizzare da subito con questo mondo, altrimenti arriverai a chiederti perché tutti gli editori rifiutino la tua trilogia fantasy su Paolo Meneguzzi (SE NON TE LO RICORDI CLICCA QUI) che attraversa uno specchio trovandosi in un mondo parallelo e deve salvare la principessa del twerk, Elettra-Elettra-Lambor-ghini prigioniera del dopo Sanremo, insieme al suo fidato scudiero Luca Dirisio (LUI). Chissà perchè nessuno vuole pubblicarlo? Proprio non saprei...
  2. Vuol dire leggere tanto, non come passatempo, ma in maniera analitica. Prendi il romanzo di un autore che stimi (e che sia possibilmente un autore bestseller, altrimenti di cosa stiamo parlando) e dissezionarlo. L'autore come struttura la storia? Come suddivide i capitoli? Che narratore (PoV) usa? Come gestisce la timeline? Come caratterizza i personaggi? Se la prima volta che lo hai letto ti ha fatto piangere/ridere, cerca di capire cosa ti ha fatto scattare la lacrima/la risata. Come articola le frasi? Brevi e semplici o lunghe e articolate? Descrive il contesto? Come? Quanto? In che modo fa uso degli aggettivi? Imparare a scrivere è un po' come l'apprendistato degli artisti nelle botteghe dei maestri. Leonardo Da Vinci è un genio, ma il suo genio non sarebbe mai venuto fuori se il Verrocchio non gli avesse insegnato la tecnica per esprimersi. Un autore agli inzi deve trovare il proprio Verrocchio e studiarne la tecnica. Occhio! Questo non vuol dire copiargli la storia. Non è che se la Kinsella ha avuto successo con la serie I love shopping, allora devi scrivere una serie dal titolo Pazza per la spesa con protagonista Giulia Martini, dipendente da Amazon, con la sindrome del "aggiungi al carrello" compulsiva.
  3. Vuol dire seguire corsi. Dove non arriviamo da soli con la lettura analitica, i professionisti possono venirci in aiuto dandoci le dritte che ci servono. I corsi possono essere di ogni forma e tipo: attraverso manuali di scrittura, masterclass on-line (questo sito contiene le migliori masterclass su piazza), video tutorial su Youtube, frequentare un corso di scrittura creativa, oppure cercare un tutor che ti segua nella stesura del romanzo e ti corregga il tiro via via che scrivi (tipo QUESTO)
  4. Imparare a comunicare. Non serve a niente aver scritto il nuovo Guerra e Pace o il nuovo Codice Da Vinci se non sai comunicarlo, quindi l'autoistruzione vale anche per tutto ciò che riguarda il mondo dei social. E su questo, avremo un capitolo a parte.
  5. Farsi delle domande. Se mentre scrivi, pensi: "Che romanzo geniale, quanto sono bravo", qualcosa non va. Un bravo auto mette in discussione il proprio lavoro in continuazione, cerca i difetti, le imperfezioni, non si fa i complimenti da solo. Riscrive. Riscrive come un pazzo il proprio romanzo una, due, tre volte. "Riscrivere?! Non mi vaaaaa!", sento protestare. Manzoni ha riscritto i Promessi sposi 3 volte, direi che possiamo fare un bagno di umiltà e riscrivere il nostro romanzo senza fare i capricci. Sì, è faticoso, ma va fatto.
  6. Vuol dire padroneggiare il proprio genere. Per farlo, bisognerà conoscere quei libri diventati dei classici del genere letterario che si sta per scrivere. Esempio: scrivi fantasy? Prima di partire assicurati di aver letto Harry Potter, Il signore degli anelli, Le cronache di Narnia Il trono di Spade. Se non tutti, almeno la maggior parte. Vuoi scrivere gialli? Devi conoscere a menadito la bibliografia di Agatha Christie. La tua storia si inquadra nel genere storico? Valerio Massimo Manfredi sarà il tuo guru. Hai in mente l'idea per un mistery-caccia al tesoro? Leggiti Dan Brown. Scrivere un chick-lit senza aver letto nulla della Kinsella o di Helen Fielding è come guidare senza patente. "Come faccio a sapere chi è lo scrittore "faro" del genere che voglio scrivere?", ecco... se te lo stai chiedendo, vuol dire che stai per scrivere un genere che non conosci. Quindi, lasciar perdere e buttarti su qualcosa che ti è più familiare mi sembra la strada migliore.
  7. Mai sentirsi arrivati. Anche dopo che avrai pubblicato uno, due, tre romanzi e avuto successo, non pensare: "Ok, ce l'ho fatta". Credere di essere arrivati è il modo migliore per perdere lo stimolo a fare di più e meglio. Guarda l'Inter! A forza di non vincere mai un tubo per vent'anni, nel 2009-2010, con Mourinho, porta a casa scudetto, coppa Italia, Champions League e Coppa del mondo, dimostrazione che la fame paga. "Stay hungry, stay foolish", diceva Steve Jobs. Sì, ok, dopo il 2010 l'Inter non ha più vinto altro ma sono milanista e per me l'anno del triplete è stata una coltellata, quindi godo anche un po'.
Direi che in questi 5 punti sia riassunto in maniera efficace in concetto di "farsi il culo".
Fosse facile, lo farebbero tutti.

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