Non sono un talent scout.

Questa è una cosa che devo mettere in chiaro: è un gesto di onestà  che devo fare nei confronti sia di me stessa, sia di chi mi scrive chiedendomi il mio parere sulla propria opera.
Mi capita spesso di ricevere messaggi di persone appassionate di scrittura che ci terrebbero molto a farmi leggere il loro romanzo nel cassetto, e io mi trovo in seria difficoltà, per diversi motivi che vado a spiegare e che spero siano compresi.
Motivo uno: la presunzione. 
Mi è capitato un paio di volte di accettare, lusingata che qualcuno avesse effettivamente preso in considerazione me e il mio parere (che in genere interessa poco e niente a persone che invece conosco da anni), ma  la cosa mi si è ritorta contro.
In seguito alla lettura, ho dato un parere sincero, da lettrice (perché quello sono, una lettrice) e all'autore la cosa non è piaciuta. Non sono mai stata sgarbata o cattiva, so quanto un autore ama il proprio lavoro, per questo non ho mai detto "Il tuo romanzo mi ha fatto schifo", ma mi sono limitata, sulla base della mia breve esperienza a far emergere gli aspetti migliorabili dell'opera.
Anche perché nel complesso, nessuno dei romanzi da me letti, a mio parere, era da stroncatura.
La cosa importante da imparare è che nel momento che si chiede un parere, bisogna essere pronti anche a ricevere qualche critica, non è detto che il parere sia sempre positivo al cento percento (in quei casi era positivo ma con riserva).
Non ci sto a passare per la cattiva di turno, quindi siccome la mia opinione è da lettrice sincera, non ho voglia di trovarmi anche nella posizione di chiedere pure scusa.
Secondo motivo: l'insistenza.
E' vero che leggo, leggo un sacco, ma lo faccio nel mio tempo libero (che molto non è) e lo faccio per rilassarmi, godere dello svago che mi dà aprire un libro. Con i miei tempi. E' capitato, in quei rarissimi casi, di ricevere pressioni dall'autore: allora? Hai letto il mio romanzo? Come lo hai trovato?
Capisco anche quello, l'ansia da "recensione", ma stare addosso non è la soluzione. Mi mette a disagio, perché se per motivi personali ho dovuto accantonare la lettura, vengo messa anche in una posizione di negligenza. E perdo anche il gusto dello svago.
Terzo: l'aspettativa. 
Se il parere sul mio romanzo è positivo, sentire la frase "Ah, ma allora credi che Newton potrebbe pubblicarlo?" mi sconforta nel profondo, perché mi sento raggirata, come se la persona che mi ha contattato, sperasse di arrivare a Newton per interposta persona. Mettiamo bene in chiaro questa cosa: se un romanzo piace a me, non vuol dire che Newton domani vi presenterà un contratto. Io non sono un agente letterario né un dipendente della casa editrice. Newton lo scouting lo fa per i fatti suoi, e gli autori non possono interferire in alcun modo.
Quarto: la par condicio.
Se dico di sì a uno, dovrei dire di sì a tutti e in quel caso, allora, non farei nient'altro che leggere e fare valutazioni tutto il giorno, tutti i giorni. Non mi occupo di valutazioni letterarie per professione, quindi sarebbe un'onere aggiuntivo che non mi sento di sobbarcarmi. Chissà, magari in un futuro, con più acquisita esperienza, deciderò che la mia strada sarà quella, ma per ora non è così.
Il mio consiglio è: se volete un parere spassionato sul vostro lavoro, se lo volete in tempi brevi, se volete che la persona che lo ha letto vi metta in contatto con qualche casa editrice, bisogna rivolgersi a un AGENTE LETTERARIO, cosa che io non sono.
E non sono nemmeno una bookblogger che può, a seguito della lettura, presentare il vostro romanzo nel suo sito e consigliarlo ai lettori.
So che scrivere per passione e avere un romanzo nel cassetto spinge alla ricerca di qualsiasi modo per farlo emergere e arrivare ai lettori, ma bisogna avere anche la razionalità di farlo seguendo la strada giusta.
Ok, ora potete anche offendermi.

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