Cose da non chiedere a un autore
Le interviste fanno parte della vita relazionale di un autore, perché è un modo per raccontarsi senza filtri.
Anche i romanzi che scriviamo servono a parlare di sé, ma lasciano troppo spazio alle interpretazioni.
Io accetto sempre ben volentieri di rispondere alle interviste perché amo il confronto.
Tuttavia, dal 2017 a oggi, ho avuto modo di notare come spesso le interviste rischino di assomigliarsi tutte quindi, in questo articolo voglio dare una mano ai blogger e giornalisti così che possano proporre interviste varie e che, soprattutto, dicano sempre qualcosa di nuovo.
Fase preparatoria: approccio all'intervista.
Per fare domande che abbiano un senso è cosa buona e giusta documentarsi sull'autore, sulla sua biografia e sulla sua bibliografia, giusto per avere la certezza di non parlare a vanvera. Se l'autore ha un libro uscito da poco, leggere il libro non farebbe male, perché darebbe una spina dorsale all'intervista.
In ultima istanza, farsi un giro del web per vedere che notizie dell'autore sono già di dominio pubblico. Mettiamo che dobbiate intervistare Marco Rossi (nome di invenzione). Per farlo basta scrivere in Google "Marco Rossi autore intervista" e leggersi tutte quelle che compaiono nella prima pagina di risultati così da non domandare cose che sono già state domandate.
Questo perché uno dei principi chiave del giornalismo è l'esclusiva, dire qualcosa che gli altri non dicono.
Fase domande: quali non fare e quali sì.
Le domande da evitare:
1 - Come hai iniziato a scrivere?
Se non si sta intervistando un esordiente al primo romanzo, in genere questa è una domanda che all'autore è già stata fatta molte volte, quindi non si sta proponendo nulla di nuovo.
2 - Come sei arrivato a farti pubblicare da questa/quella casa editrice?
Anche in questo caso, se non si tratta di un esordiente, questa è un'informazione facilmente reperibile nel web.
3 - Quanto c'è di te nei tuoi romanzi?
Può sembrare sciocco ma, a chi scrive fiction (quindi storie di fantasia), questa domanda lascia quasi sempre spiazzati. Scrivere romanzi non vuol dire scrivere la storia della propria vita, anzi, l'autore deve avere l'umiltà di farsi da parte, diventare invisibile e lasciare parlare/agire i personaggi. Scrivere di sé (anche in maniera velata) è qualcosa che viene spontaneo fare nel proprio primo romanzo, perché usare ciò che si conosce è più facile che inventare di sana pianta, ma nei romanzi successivi, il carattere biografico va a perdersi.
4 - Tra i romanzi che hai scritto, a quale sei più legata/quale ami di più?
Domanda imbarazzante, almeno per me. Trovo che sia come chiedere a una mamma quale dei suoi figli ama di più.
5 - A quale dei personaggi da te scritti sei più legata?
Idem come sopra.
6 - Cosa consiglieresti a un autore emergente?
Questa domanda apre un tema per il quale non basterebbe un manuale, difficile riassumerlo in una risposta in maniera efficace e concisa. Quasi sempre la risposta è: scrivi più che puoi e non smettere di crederci. Trovo che in un'intervista sia superflua.
Cosa chiedere a un autore:
1 - Che parte lo ha divertito di più, scrivendo il proprio romanzo, e quale parte invece lo ha toccato nel profondo, obbligandolo a guardarsi dentro?
Scrivere è una forma di autoterapia, quindi si attraversano stadi emotivi differenti.
2 - Ti commuovi mai scrivendo o scoppi a ridere da solo?
Nella stesura della prima bozza, quella a caldo, l'autore è dentro al romanzo al 100%, quindi vive tutte le emozioni in prima persona.
3 - tutto ciò che riguarda la sua tecnica di scrittura: se pianifica o improvvisa; in che momenti scrive; quante volte riscrive il suo romanzo; a quante persone lo fa leggere per avere un parere.
4 - Se ci sono scene passionali erotiche, che approccio usa.
5 - C'è il libro di un altro autore che vorresti aver scritto tu?
Il consiglio in più: pensate a domande che abbiano una risposta breve, da 3-4 righe al massimo, questo perché nell'internette la soglia dell'attenzione di chi legge è molto bassa, quindi risposte troppo lunghe rischiano di appesantire la piacevolezza della lettura e quasi sempre, viene abbandonata a metà.
Potrei andare avanti all'infinito, ma direi che possiamo riassumere il tutto in questo concetto: la chiave per un'intervista interessante è avere risposte interessanti. Per avere risposte interessanti, bisogna fare domande interessanti.
A domande banali, si ricevono risposte banali e quasi di sicuro già di dominio pubblico, che nulla aggiungono a ciò che le persone sanno già.
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