I bookblogger sono il male?



Facciamo chiarezza.
"La Stampa", quotidiano nazionale con base a Torino, pur facendo capo alla città che ospita il Salone del Libro, chissà come mai, pubblica articoli che, anziché esaltare il mondo dell'editoria, vanno a inventarsi diatribe inesistenti.
Già a settembre, un giornalista di questo quotidiano aveva pubblicato un articolo dal titolo "Editori stampate meno libri", del quale vi parlo più approfonditamente QUI.
Questa settimana, invece, torna alla carica la sua collega Emanuela Minucci (che tra l'altro scopro essere mia concittadina), che dà la sua visione del fenomeno bookblogger.
A fine lettura arrivo a una sola conclusione: la giornalista è confusa.
Non essendo lei presente in rete in alcun social (a parte Twitter che, se non defunto, sta comunque invecchiando malissimo, oltre che essere perfettamente inutile per chi non si chiami Fedez, Kylie Jenner, o Obama), dubito abbia avuto modo di approfondire le differenze tra un bookblogger, un bookstagrammer, un booktuber e gruppi di lettura/lettori su Facebook.
Cosa ancor più inquietante è la chiosa del suo articolo: "ma come ogni libro che si rispetti, anche nella storia dei bookblogger c'è un finale a sorpresa: è tempo di nuove sfide, anche il loro mercato va verso la saturazione, le voci si accavallano e rischiano di diventare brusio indistinto dei fondali della Rete. E il buon vecchio libraio, difeso come l'orso bruno marsicano, è ancora lì che ci aspetta, e magari ci offre pure il caffè".
Da quanto da lei scritto, si evince che Emanuela Minucci pensi che i bookblogger abbiano defraudato in qualche modo il ruolo del libraio e che tra le due categorie sia in atto una specie di faida.
Voglio tranquillizzare la giornalista (che parla di rete senza frequentarla) che non c'è nessuna guerra in corso "bookblogger-librai".
Anzi! La stupirò! Molti librai sono anche bookblogger! Li ho conosciuti personalmente!
E c'è di più: librai e bookblogger spesso collaborano.
Molti bookblogger fanno da spalla al loro libraio di fiducia, quando questo organizza eventi e presentazioni, pubblicizzandolo sui propri canali o, addirittura, è lo stesso libraio a invitare i bookblogger a tenere presentazioni in libreria con questo o quell'autore (io sono stata presentata alla Mondadori di Carpi dalla bookblogger Silvia Nieddu e alla Giunti di Prato da Giulia di M'hanno detto di fare un blog e, in quelle due occasioni, posso assicurare che tra blogger e libraio non sono volati missili terra-aria).
I bookblogger offrono molto all'editoria, perché fanno spesso scoprire ai lettori titoli che altrimenti sarebbero ignorati (per lo più dai media tradizionali, quotidiani inclusi), e la varietà dei contenuti che offrono è immensa.
I bookblogger, come ho già detto in altre occasioni, fanno vivere i libri parlandone, perché un libro di cui non si parla è un libro morto.
I bookblogger al salone erano tanti? Sì.
Per quale motivo?
Perché creano contenuti, documentano in tempo reale ciò che vedono, fanno, vedono, gli autori che incontrano, mostrano il salone anche a coloro che non hanno la fortuna di essere lì dal vivo (quelli che che abitano troppo lontano, che lavorano, hanno impedimenti familiari...).
Se così non fosse, il salone sarebbe un evento per i pochi eletti che vi partecipano, ma i libri non sono una cosa da pochi eletti (come alcuni, invece, amano far credere).
A mio parere, se il salone, quest'anno, ha segnato il record di visitatori, credo che un po' sia anche merito di chi ne parla in rete e che negli ultimi anni ha contribuito a farlo conoscere.
E poi, gentile Emanuela Minucci, lo ha detto anche il suo collega, nel suo articolo di settembre, che gli editori pubblicano troppi libri e voi giornalisti non siete in grado, per ovvie questioni di tempo e spazio sui giornali, a leggerli tutti e a scrivere di tutti... A questo punto, meno male che ci sono i bookblogger a darvi una mano, che ci sono loro a leggere l'immensa offerta editoriale delle librerie e a parlarne sui loro portali. Gratis.

#iostoconibookblogger #veniteasentireilbrusiodifondo

Commenti

  1. Al solito parlano senza cognizione di causa.....brava Felicia come sempre lo hai spiegato in modo chiaro anche a chi nn ha capito!!!!!! #iostoconibookblogger

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  2. Leggo solo ora - perché facevo una ricerca, guarda caso in rete, sul mio nome come autore - la sua affilata critica. Da giornalista (ex cronista per 20 anni a La Stampa) la pregherei di documentarsi prima di parlare. Dal momento che sono attivissima anche su Facebook, Instagram e appunto twitter. Evidentemente non ha capito lo spirito del mio commento. Mi spiace, ma queste sono le sue idee. Se vuole invece affermare qualcosa sul mio conto sia meno approssimativa e non scriva commenti a tesi predefinita. Grazie, altrimenti resta solo un brusio di fondo, e per di più, in malafede.

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  3. Leggo solo ora - perché facevo una ricerca, guarda caso in rete, sul mio nome come autore - la sua affilata critica. Da giornalista (ex cronista per 20 anni a La Stampa) la pregherei di documentarsi prima di parlare. Dal momento che sono attivissima anche su Facebook, Instagram e appunto twitter. Evidentemente non ha capito lo spirito del mio commento. Mi spiace, ma queste sono le sue idee. Se vuole invece affermare qualcosa sul mio conto sia meno approssimativa e non scriva commenti a tesi predefinita. Grazie, altrimenti resta solo un brusio di fondo, e per di più, in malafede.

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