Andiamo a quel paese!
Nell'estate 2015 BabyK e Giusy Ferreri cantavano:
"...Volerei da te, da Milano
Fino a Hong Kong
Passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok
Cercando te..."
E il successo della canzone (perchè i numeri danno ragione a Baby e Giusy) spiega da solo la risposta alla domanda "PERCHE' I ROMANZI ROSA SONO SEMPRE AMBIENTATI NELLE GRANDI METROPOLI INTERNAZIONALI?", oppure, "PERCHE' LE AUTRICI ITALIANE AMBIENTANO I LORO ROMANZI ALL'ESTERO E NON IN ITALIA?"
A mio parere la risposta è: perché le lettrici hanno voglia di sognare, quando leggono si rifugiano in un mondo dove i problemi della vita quotidiana, le rotture di scatole legate alla routine e al contesto di tutti i giorni non le seguano.
Mete lontane, che magari si sogna di visitare e attraverso il romanzo ne si assapora l'atmosfera: il romanticismo di Parigi; il fascino regale di Londra; il dinamismo di New York e la polvere di stelle di Los Angeles.
L'Italia è magnifica, ve lo dico al ritorno della via Francigena, ma ancora troppo concreta per calare il romanzo in una atmosfera di sogno, di mistero.
Sì, anche noi abbiamo Milano, capitale internazionale della moda, ma troppo spesso ce l'abbiamo sotto gli occhi per fatti di cronaca spiacevoli, legata a polemiche o proteste, e queste aggravanti trascinano il palloncino a forma di cuore verso il basso.
Abbiamo Roma, la culla dell'impero più glorioso della storia, ma ahi noi, Roma è associata anche alla vita politica (negli ultimi anni non troppo felice) del nostro paese, e nel descriverla, nel dare dettagli del contesto per costruire il romanzo, sarebbe difficile non incappare nei malumori per la costruzione della metro C, piuttosto che del traffico del raccordo anulare.
Troppa familiarità uccide il sogno, e che compito ha l'autrice rosa se non quello di fare sognare?
Quindi, punto primo: andare lontano per evadere.
Andiamo avanti: perché le metropoli?
Se non lo aveste notato, i romanzi rosa sono costruiti come un castello, alla base del quale troviamo una serie di eventi fortuiti o meno, studiati ad hoc per innescare la storia d'amore.
Più la città in cui la storia ha luogo è grande, più la sua umanità è variegata, più è probabile che uno degli inneschi della storia d'amore avvenga.
Incontro in metropolitana = serve città con metropolitana.
Incontro con stella del cinema/cantante= serve città con alta densità di celebrità.
Incontro con personaggio nobile e titolato = serve paese con monarchia (noi, dal 1946, siamo repubblica).
Rispetto a quanto sopra sommariamente indicato, è più facile e plausibile, ne converrete, che in una metropoli di otto milioni di abitanti, avvengano eventi che nella quotidianità di una cittadina di provincia difficilmente si verificano.
Io vengo da una di queste realtà, nella ridente Emilia e nella mia vita, un nobile duca non l'ho mai incontrato, e neanche Brad Pitt al bar a fare colazione. Ho visto una volta Pippo Inzaghi a Milano Marittima, ma ero mescolata tra la folla del Papeete, il quindici d'agosto, saltando su uno sdraio al grido di "Su le mani come i gabbiani".
Punto secondo: più è grande la città, più la metropoli è un crocevia internazionale, più è probabile che gli eventi che muovono la storia si verifichino.
Con quanto ho detto, non intendo che sia impossibile ambientare un romanzo rosa in Italia, c'è chi c'è riuscito con successo, cito per dirne una su tutte, Anna Premoli, ma anche lei, all'interno delle sue pubblicazioni, ha all'attivo più romanzi ambientati all'estero che non nello stivale.
Concludendo, augurandomi di non essere suonata polemica o essermi fatta dei nemici: i romanzi rosa si prestano ad avere una dimensione internazionale e, per quanto mi riguarda, sono a mio agio a mandare i miei personaggi "a quel paese", che sia Londra, New York o Las Vegas, con ciò non escludo che prima o poi, possa decidere di usare Bologna come contesto.
Poi, però, non lamentatevi se il protagonista maschile esordisce son "Soc'mel!", si salutano con "Bèla, vèc!", e se il primo bacio scatta dopo che lui/lei si è mangiato un panino con la mortadella (mai provato? Esalazioni di tipo mistico, c'è chi ha visto la Madonna dopo).
"...Volerei da te, da Milano
Fino a Hong Kong
Passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok
Cercando te..."
E il successo della canzone (perchè i numeri danno ragione a Baby e Giusy) spiega da solo la risposta alla domanda "PERCHE' I ROMANZI ROSA SONO SEMPRE AMBIENTATI NELLE GRANDI METROPOLI INTERNAZIONALI?", oppure, "PERCHE' LE AUTRICI ITALIANE AMBIENTANO I LORO ROMANZI ALL'ESTERO E NON IN ITALIA?"
A mio parere la risposta è: perché le lettrici hanno voglia di sognare, quando leggono si rifugiano in un mondo dove i problemi della vita quotidiana, le rotture di scatole legate alla routine e al contesto di tutti i giorni non le seguano.
Mete lontane, che magari si sogna di visitare e attraverso il romanzo ne si assapora l'atmosfera: il romanticismo di Parigi; il fascino regale di Londra; il dinamismo di New York e la polvere di stelle di Los Angeles.
L'Italia è magnifica, ve lo dico al ritorno della via Francigena, ma ancora troppo concreta per calare il romanzo in una atmosfera di sogno, di mistero.
Sì, anche noi abbiamo Milano, capitale internazionale della moda, ma troppo spesso ce l'abbiamo sotto gli occhi per fatti di cronaca spiacevoli, legata a polemiche o proteste, e queste aggravanti trascinano il palloncino a forma di cuore verso il basso.
Abbiamo Roma, la culla dell'impero più glorioso della storia, ma ahi noi, Roma è associata anche alla vita politica (negli ultimi anni non troppo felice) del nostro paese, e nel descriverla, nel dare dettagli del contesto per costruire il romanzo, sarebbe difficile non incappare nei malumori per la costruzione della metro C, piuttosto che del traffico del raccordo anulare.
Troppa familiarità uccide il sogno, e che compito ha l'autrice rosa se non quello di fare sognare?
Quindi, punto primo: andare lontano per evadere.
Andiamo avanti: perché le metropoli?
Se non lo aveste notato, i romanzi rosa sono costruiti come un castello, alla base del quale troviamo una serie di eventi fortuiti o meno, studiati ad hoc per innescare la storia d'amore.
Più la città in cui la storia ha luogo è grande, più la sua umanità è variegata, più è probabile che uno degli inneschi della storia d'amore avvenga.
Incontro in metropolitana = serve città con metropolitana.
Incontro con stella del cinema/cantante= serve città con alta densità di celebrità.
Incontro con personaggio nobile e titolato = serve paese con monarchia (noi, dal 1946, siamo repubblica).
Rispetto a quanto sopra sommariamente indicato, è più facile e plausibile, ne converrete, che in una metropoli di otto milioni di abitanti, avvengano eventi che nella quotidianità di una cittadina di provincia difficilmente si verificano.
Io vengo da una di queste realtà, nella ridente Emilia e nella mia vita, un nobile duca non l'ho mai incontrato, e neanche Brad Pitt al bar a fare colazione. Ho visto una volta Pippo Inzaghi a Milano Marittima, ma ero mescolata tra la folla del Papeete, il quindici d'agosto, saltando su uno sdraio al grido di "Su le mani come i gabbiani".
Punto secondo: più è grande la città, più la metropoli è un crocevia internazionale, più è probabile che gli eventi che muovono la storia si verifichino.
Con quanto ho detto, non intendo che sia impossibile ambientare un romanzo rosa in Italia, c'è chi c'è riuscito con successo, cito per dirne una su tutte, Anna Premoli, ma anche lei, all'interno delle sue pubblicazioni, ha all'attivo più romanzi ambientati all'estero che non nello stivale.
Concludendo, augurandomi di non essere suonata polemica o essermi fatta dei nemici: i romanzi rosa si prestano ad avere una dimensione internazionale e, per quanto mi riguarda, sono a mio agio a mandare i miei personaggi "a quel paese", che sia Londra, New York o Las Vegas, con ciò non escludo che prima o poi, possa decidere di usare Bologna come contesto.
Poi, però, non lamentatevi se il protagonista maschile esordisce son "Soc'mel!", si salutano con "Bèla, vèc!", e se il primo bacio scatta dopo che lui/lei si è mangiato un panino con la mortadella (mai provato? Esalazioni di tipo mistico, c'è chi ha visto la Madonna dopo).
Ottimo articolo!
RispondiEliminaApologia verso chi ci taccia di esterofilia XD
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