Minimalismo a modo mio: il mio percorso per semplificare la mia vita


 L'arrivo del bimbo mi ha fatto capire due cose: 

  1. che il tempo che avevo prima e che credevo non mi bastasse mai, in realtà, era tantissimo;
  2. che la casa non è mai abbastanza pulita/in ordine.

Insomma, dal 25 marzo, oltre al lavoro, la mia vita è un ciclo continuo di pulizie e riordino senza soluzione di continuità (anche il mio compagno, in casa, fa la sua parte, tuttavia il tempo che resta è poco).

Via via che realizzavo che questa nuova routine era impossibile da spezzare, ho cercato di individuare le cause. Anzi, LA CAUSA: la roba.

Avevamo roba OVUNQUE: dispense piene, armadi pieni, cassetti pieni, scaffali pieni, ripostigli pieni.

In breve: avere tanta roba vuol dire avere più roba da pulire, più roba da riordinare, più roba che nasconde altra roba che ci serve e dobbiamo perdere tempo a stanare.

Ho sempre preso le distanze dal minimalismo, almeno, quello propinato dai social, perchè mi sembrava che troppo spesso sconfinasse nella privazione, nella miseria, nella gara a "io ho meno di te". A me non piace privarmi di ciò che mi piace, ho solo questa vita da vivere, e non intendo trascorrerla da eremita pauperista che dorme su un tappetino da yoga. Però, al netto degli estremismi, mi sono resa conto che forse, nella foga, ho (abbiamo) accumulato troppo.

Mi è scattata l'illuminazione a inizio settembre (da mesi ero già infastidita dal mio menage domestico troppo demandante) al nostro primo giro con il bimbo in camper al Lago di Garda. In camper abbiamo solo l'essenziale, causa spazi compatti e praticità necessaria, eppure abbiamo vissuto 4 giorni senza che ci mancasse nulla.

Chiaro che il camper, a differenza della casa, non è fatto per viverci a lungo, però forse una via di mezzo era possibile.

Quando siamo rientrati ho capito che dovevo fare due cose: smaltire il superfluo e riorganizzare il necessario.

E svuotando l'armadio mi sono resa conto che di 2 ante straripanti, indosso sempre le solite 5 cose; di un armadietto del bagno debordante di prodotti, uso ormai quei 5/6 da mesi. Che una cucina attrezzata per girarci Masterchef era troppo per me che non dovevo cucinare quaglia ripiena con polenta di topinambur, riduzione di ribes e spuma di funghi Shitake... eppure avevo un sifone. Perchè? Non ho mai sifonato nulla! Eppure l'avevo comprato perchè metti che un giorno sifonerò, ce l'ho già. 

In poche parole: l'80% delle cose presenti in casa era perchè "non si sa mai", il restante 20% lo usiamo ma di questo, solo il 10% ci è necessario. 

Non voglio vivere con solo il 10% ma quell'80% mi stava soffocando, così ho fatto ciò che dice Marie Kondo: ho ringraziato gli oggetti che non desideravo più tenere e li ho lasciati andare.

Però non è una cosa che si fa da un giorno all'altro. Come dice il titolo, è un percorso. Si comincia lasciando andare una cosa, poi un'altra, ci vogliono mesi. Ho iniziato a settembre e ora, a metà novembre non ho ancora finito. Chissà quanto ci vorrà, però di una cosa sono sicura: mi piace sentirmi più leggera ogni volta che un oggetto se ne va (viene donato, regalato ad amici, rivenduto e in alcuni casi buttato). Questo perchè è una cosa in meno di cui occuparsi.

Ma quindi, ora non comprerò mai più nulla in vita mia? No, come ho detto non sono né credo diventerò mai minimalista, ma comprerò in maniera più consapevole e principamente ciò che è destinato a consumarsi e quindi a non restare in casa per tutta la vita. Esempio: le Yankee Candle. Le adoro, sono una coccola per me; un minimalista mi direbbe che le candele sono supreflue ma siccome mi fanno stare bene, continuerò a prenderle, perchè comunque si consumano e nel giro di qualche settimana non le ho più. Oppure gli infusi: ne bevo a litri, quindi non rappresentano un "ingombro". Però ecco, ognuno deve tararsi sulle proprie necessità: io ormai mi trucco pochissimo, quindi anche se sono in sconto al 50% non comprerò una palette Naked Urban Decay perchè so che non la userei.

Insomma, tutto questo pistolotto per dire che a volte il benessere non è avere di più, ma di meno (e meglio, valorizzando la qualità e non la quantità).



Commenti

  1. Come ti capisco io per anni ho riempito armadio e camera con oggetti e vestiti che non indossavo senza pensare a niente, poi complice il fatto di aver bisogno di un budget ho iniziato a eliminare le cose superflue, vendere il vendibile e regalare il resto in parrocchia. Unico campo in cui spendo abbastanza sono i libri, ma rientrano nel budget- Per i vestiti ormai compro quando necessario, con capi che servono realmente ma che devono combinarsi con quelli già all'interno del mio armadio. Spiegare questo a mia madre per il trasloco è stato un pò più complicato, abbiamo donato molto in parrocchia ma lei sarebbe una che terrebbe tutto per il "non si sà mai può tornare utile", a piccoli passi riuscirò a farle regalare altro con il tempo!!!

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