Social: autopromozione o autodistruzione?



Per promuover il proprio romanzo sui social, bisogna prima capire come funzionano i social e il modo migliore per assorbire le informazioni base è sempre il solito: guardare quello che fanno quelli già esperti, e pensare "cosa vorrei vedere io sul profilo di un autore?".

In particolare mi riferisco a Instagram, il social che al momento dà la maggiore visibilità e possibilità di raggiungere pubblico (se usato con creanza).

Dopo 5 anni sulla piattaforma, dopo aver commesso errori, essermi consultata con professionisti per capire come funziona il social e imparato passo passo quale fosse la miglior chiave comunicativa adatta al mio profilo, vi elenco tutte quelle cose che AMMAZZANO irrimediabilmente il profilo e che azzerano la credibilità dell'autore.

IL NICKNAME

  1. Nickname incomprensibili: no codici fiscali, 8000 caratteri speciali, no nomignoli (tipo PotterLover o MrsGrey...).
  2. Mettere "autore-scrittore-author-writer" nel nick, tipo "Marco Neri Author". Avete mai visto un cantante scriversi "cantante/singer"? Jennifer Lopez Singer; Jennifer Aniston Actress? No.
  3. Il nome del vostro profilo NON deve essere il titolo del romanzo. Quando scriverete un nuovo romanzo che farete? Aprirete un nuovo profilo? E quando ne avrete scritti 20? Avrete 20 profili?
  4. No, neanche "real" e "official".

Riassumendo: il nick deve essere il nome e cognome con cui firmate i romanzi. Fine. Nulla di più.

LA FOTO PROFILO

Le alternative sono due: o un vostro primo piano (che può essere una foto, un ritratto, una caricatura simpatica) o la cover del vostro romanzo.

LA BIO

Si deve capire cosa fate, cosa scrivete, lasciate perdere poesie o robe astruse, è QUI che dovete indicare che siete autori. Se avete un editore, scrivete il nome della CE, indicate il genere dei romanzi che scrivete, mettete il titolo della vostra ultima pubblicazione, e il link al vostro blog (se ne avete uno) o per acquistare il vostro romanzo. Queste sono informazioni essenziali che non possono mancare.

I CONTENUTI IN EVIDENZA

I famosi circoletti. Questi sono come avere story sempre attive e che non scadono dopo 24 ore. Divideteli per aree tematiche di cui 2 essenziali: chi siete e i vostri romanzi. In questo modo, chi visita il vostro profilo trova subito risposta alle due cose più interessanti.

I FOLLOWING

Non seguite il mondo. Vedo profili che seguono 5000, 6000 persone. Come è possibile? In un giorno interagite con 6000 profili? No, e Instagram lo sa e vi penalizza: per lui un profilo che segue tanta gente lo fa solo per avere il follow in cambio e quindi potrebbe ridurre la visibilità ai vostri contenuti. Non più di 1000 following e assicuratevi che siano profili con cui interagite nei post e nelle stories. Cosa ve ne fate di seguire gente di cui non vi interessa nulla?

IL FEED:

Segue elenco di errori che uccidono letteralmente il feed. 

  1. Post a mosaico: quelle foto spezzattate divise in 3-6-9 post. Non servono a nulla e azzerano l'engagement. 
  2. Post carosello con la prima foto sempre uguale
  3. Foto formato orizzontale.
  4. 2000 selfie. Non siete Chiara Ferragni.
  5. 2000 post con la copertina del libro. Che noia.
  6. Colori scuri, foto buie.
  7. Fotomontaggi caserecci (o sappiamo usare bene Photoshop o meglio lasciare perdere)
  8. Post in grafica digitale: IG è un social fotografico, non di cartellonistica.
  9. Foto prese da Google.
  10. Foto con watermark scaricate da Shutterstock e con le scrittine in trasparenza.
  11. Postare screenshot di Facebook o delle story
  12. Postare screenshot delle recensioni Amazon

LE CAPTION

Cose da non fare:

  1. Scrivere caption chilometriche senza che esse abbiano un vero contenuto. Perché l'utente dovrebbe leggerla?
  2. Scrivere caption bellissime e lunghissime che continuano nei commenti. Nessuno va ad aprirsi i commenti per leggere il seguito.
  3. Scrivere in inglese o altre lingue straniere se ci si rivolge a un pubblico quasi interamente italiano.
  4. Mettersi emoji di risata da soli dopo una caption "simpatica". Sono come le risate finte nelle serie TV anni 80. Se serve un'emoji per far capire che bisogna ridere, allora la battuta non fa ridere.
  5. Non mettere la call to action, ossia non invitare le persone a commentare per interagire in maniera attiva con il proprio pubblico.
  6. Mettere link: non funzionano in maniera diretta e non si possono copiare.

GLI # (hashtag)

Errori:

  1. Non metterli
  2. Mettere: like4like, follow4follow, followme e roba simile.
COMMENTI

Errori:
  1. Non mettere like ai commenti
  2. Non rispondere ai commenti
  3. Commentarsi da soli.
STORIE:
  1. Non fare storie.
  2. Ricondividere in maniera selvaggia tutte le story in cui si viene taggati (esempio, il giorno del cover reveal. Chi guarda le nostre stories potrebbe scocciarsi di vedere 6000 volte la nostra copertina).
  3. Fare solo storie fotografiche.

PRESENZA:
  1. Non postare nulla per ere geologiche. Almeno un post alla settimana va messo altrimenti Instagram potrebbe togliere visibilità al profilo.
  2. Non rispondere mai ai messaggi per il motivo di cui sopra.
  3. Non comparire mai. A meno che non abbiate ragioni di sicurezza personale, non mostrarsi è controproducente. Il messaggio che passa è che credete così poco nel vostro lavoro che non avete il coraggio di metterci la faccia, allora non vale la pena che ci creda qualcun altro. ("E la Ferrante, allora?"... La Ferrante è la Ferrante, gioca in un altro campionato).
  4. Non interagire mai con i profili che seguiamo. Se non ci facciamo mai vivi con nessuno, come possiamo pretendere che qualcuno si interessi a noi.

FARSI CONOSCERE
  1. Mandare messaggi privati copia incolla urbi et orbi chiedendo "Vuoi leggere il romanzo?".
  2. Mandare messaggi privati chiedendo "Ti ho seguito, mi segui anche tu?"
  3. Spammarsi nei commenti sotto i post altrui consigliando il proprio libro.
FOLLOWER
  1. Su IG non si cresce in uno schiocco di dita e questo potrebbe portare alla tentazione di comprare un pacchetto di follower da 10k così da arrivare ad avere il famoso swipe up. Se lo farete, avrete sì lo swipe up, ma un profilo da buttare con un engagement sotto zero.
  2. Pagare un bot per fare follow/unfollw. Quando staccherete il servizio, vi ritroverete con il profilo cementificato, che non cresce più e prederete i follower che avete acquisito nel momento in cui voi togliete il follow a loro.
  3. Entrare in gruppi di aiuto reciproco (che poi vuol dire follow reciproco, like reciproci e commenti reciproci) per far sembrare il vostro profilo attivo e frequentato. Chi fa parte dei gruppi, si vede.

Questo, come vedete, è un elenco delle cose da non fare, se invece volete un vademecum di cosa fare per migliorare la vostra autopromozione vi consiglio di seguire un corso promosso dai servizi editoriali come l'Accademia della scrittura o il modulo di Edday dell'agenzia di Chiara Beretta Mazzotta realizzato da Lea Landucci e Alessandro Venturelli.




Commenti

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?

Post più popolari