Concorso letterario: partecipare o no?


Spesso ricevo messaggi su Facebook o Direct di persone che hanno scritto un romanzo e sono tentate a partecipare un concorso, ma... Ecco, c'è sempre quel "ma" che li frena.
Il "ma" di solito introduce una domanda diretta alla sottoscritta perchè esprima un parere personale, circa i seguenti dubbi:
1 - secondo te è un concorso serio?
2 - ho la possibilità di farcela?
3 - secondo te il mio romanzo è adatto?
4 - non brucio il mio romanzo?
5 - vale la pena?
6 - cosa dovrei fare per partecipare al meglio?
Riassumo qui le risposte, perchè anche se possono sembrare scontate, gli unici che non si fanno domande, sono gli stupidi (così mi hanno detto).
1 - Se un concorso letterario è serio lo si capisce dal bando, da chi sono i partner che lo sostengono, dalla consistenza del premio (economico o contratto editoriale), dalla composizione della giuria (quindi, se in giuria c'è Carlo Cracco - non me ne voglia - a meno che non sia un concorso per libri di cucina o sul business della ristorazione, secondo me, non è molto pertinente ala causa. Beninteso che se sapessi che in una giuria di un concorso c'è Carlo Cracco, mi ci fiondo con una scusa QUALUNQUE), che i criteri e gli step di selezione siano esplicitati.
In ogni caso, leggere prima il bando con 6 occhi.
2 - Sulla possibilità di farcela o meno, non mi posso esprimere, nessuno a parte i giurati può dirlo perchè per averne un'idea bisognerebbe leggere tutti i manoscritti in concorso. Però si può ragionare sui dati alla mano: numero dei partecipanti e lettura delle trame e anteprima dei romanzi in concorso. Questo non dà risposte certe, ma è un buon termometro per capire se il proprio lavoro è sotto, sopra o nella media. Per il resto, chiedere a Nostradamus.
3 - Se un romanzo è adatto o meno a un concorso è una cosa che DEVE capire l'autore (se non ci arriva vuol dire che o non ha capito il concorso, o non ha capito che romanzo ha scritto e sinceramente non so quale delle due è più grave).
Il bando, ovvero LA LEGGE,  chiarisce sempre che genere di romanzi vengono presi in considerazione e quanto devono essere lunghi (in cartelle word o numero di parole, di solito). Sempre più spesso vedo saggi buttati in concorsi per romanzi, gialli buttati in concorsi per romanzi rosa, etc... come se l'autore pur di far leggere il proprio romanzo a qualcuno, se ne infischiasse del tema del concorso. Errore! Non succederà che il giurato/editor che legge i manoscritti dica "Ehi, questo romanzo non c'entra un accidente con il concorso ma è geniale. Facciamolo vincere". Piuttosto, se dai primi capitoli si vede che il romanzo è fuori categoria, verrà facilmente scartato. Facciamoci un favore, rispettiamo il nostro lavoro e atteniamoci alle categorie indicate dal bando. O cerchiamo un bando che faccia al caso nostro. Sparare nel mucchio non è la soluzione.
4 - Bruciare? Di cosa stiamo parlando? Il romanzo nel cassetto o nella cartella del pc cosa ci sta a fare? Un romanzo è tale solo se qualcuno lo legge, tutto il resto è paranoia.
5 - Vale la pena partecipare a un concorso, sì. E' un'esperienza che va fatta, positiva  negativa che sia, ma va fatta, se uno nella vita vuole scrivere. Nel peggiore dei casi non si vince, ma se non partecipi stai sicuro che non vinci al 100%. Take a risk!
6 - Per partecipare al meglio devi aver rispetto del tuo lavoro, ossia CORREGGERLO! Se non si può assumere un editor professionista, conviene sottoporre il proprio romanzo a 2/3 beta reader (amici o conoscenti lettori spietati) che ti indichino le falle, e correggere! Sì, non solo la grammatica ma anche eventuali zoppicature di struttura. Semplifichiamo il lavoro ai giudici e cerchiamo di massimizzare il loro piacere nella lettura del nostro lavoro.

Sono stata troppo diretta? Ruvida? Spietata? Be', la verità è questa, mi assumo il rischio che non possa piacere, ma se raccontassi frottole o favole perderei del tempo io e lo perdereste pure voi. E' un duro lavoro ma qualcuno lo deve fare.

Detto questo, in bocca al lupo a tutti quelli che dopo questo articolo decideranno di iscrivere la propria opera a un concorso. Ricordiamoci, non importa da che parte s'inizia, basta iniziare!

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