Il nostro primo capitolo - La novella di Summer e Blake (EPILOGO)
Epilogo
Un anno e mezzo dopo il “famoso” Capodanno
Summer
«Io prendo una centrifuga di pompelmo, melone bianco e
kiwi», chiedo.
«Io un caffè. Lungo, nero, senza zucchero». L’ordine
di Blake gli fa guadagnare un’occhiataccia da parte della barista, e dalle
persone in fila dietro di noi. «Sì, avete capito bene! Un caffè», ripete lui,
sfacciato, guardando tutti con aria di sfida.
Io mi mordo le guance per non ridere, mentre lui
borbotta tra sé e sé. «Los-Fottuta-Angeles».
Lo ripete anche quando guida e quello davanti a lui va
troppo piano.
E quando gli attraversa la strada una diva con il cane
permanentato e il pelo mechato arcobaleno.
E quando soffia il Santana e gli va la sabbia negli
occhi.
E quando una scossetta di terremoto lo sveglia.
«Dimmi che manca poco alla fine delle riprese»,
brontola lui mentre camminiamo lungo Beverly Boulevard.
«Ho una brutta notizia da darti: Hell-A è stato rinnovato per un’altra stagione».
Sì, la terza stagione. La prima è andata ben oltre le
aspettative della rete e dopo la messa in onda delle prime tre puntate, hanno
dato il via per le riprese della seconda, che stiamo ultimando ora.
Viviamo come due nomadi tra Los Angeles e New York,
anche se la West Coast ha la netta prevalenza quando sono in corso le riprese.
Lui può scrivere dovunque, ma ora che io sono la
showrunner della serie, ho delle responsabilità.
Nonostante sia passato un anno e mezzo ancora non mi
sono abituata alla parola. Showrunner.
I miei se ne sono dovuti fare un’amarissima ragione e
sono più che convinta che Karen tifasse perché Hell-A facesse fiasco. Non è accaduto e quando ha saputo che la
serie è in nomination ai Golden Globe mi ha tempestato di telefonate per sapere
se poteva avere un invito, così le ho passato Blake che, con una vocina in
falsetto, si è finto la mia segretaria e le ha risposto con un secco “Numero
chiuso!”.
Quando ci vuole, ci vuole. Non sono più l’altra Hale.
Come previsto da Sasha, Blake non ha scritto altre
storie d’amore oltre a Due cuori in
affitto, con grandissimo rammarico di Simon Eames.
Il suo romanzo, quello uscito al posto di quello di
Blake, Class Action, non è andato
bene.
Una volta finite le riprese di Hell-A, inizierò a lavorare a un progetto nuovo. Stavolta per il
cinema, ma prima di buttarmi nella mia prima impresa da grande schermo, dovrò
concedermi una pausa.
Davanti all'ingresso del Cedar-Sinai Hospital riconosco
la lucidissima limousine di Emma Rae.
Infatti, appena busso sul finestrino, lei apre la
portiera e scende, sempre impeccabile, con i capelli freschi di piega, in
completo Gucci e con metà
delle miniere di diamanti del Sudafrica al collo.
«Aspettavo in macchina», dice baciando l’aria a destra
e sinistra delle mie guance. «Meglio l’aria condizionata di questo caldo».
«Sì, Emma Rae, lo sappiamo come sei», risponde Blake
salutandola.
«Avery! Ci sei anche tu! Non credevo che venissi!». La
mia amica non ha tutti i torti, di solito, a quest’ora, Blake dorme della
grossa.
«Mi fai più superficiale di quello che sono!», si
difende lui.
«Andiamo!», li sollecito io. «L’appuntamento è per le
undici».
Entriamo nell'ospedale e ci dirigiamo al reparto
maternità nell'ambulatorio delle eco.
«Summer Hale», mi chiama l’infermiera. Io alzo la mano
ed entro, seguita da Blake e Emma Rae. «Loro sono?»
«Blake Avery, il papà», si presenta lui, orgoglioso.
«Emma Rae Larson. La zia».
Blake si volta a guardare la mia amica. «Non ti voglio
come zia di mio figlio».
«Oh, scusa, forse preferisci Karen!», ribatte lei
piccata. «Se vuoi la chiamiamo subito».
«No, ripensandoci sei meglio tu».
Stavolta non è successo per sbaglio. Non mi sono
scordata la pillola. Io e Blake abbiamo deciso di fare un passo avanti nella
nostra storia e crescere. Crescere sia in senso metaforico che matematico. Da
“Noi due” diventeremo “Noi tre”.
Siamo solo agli inizi ma, contro ogni pronostico
(Sasha), Blake si sta già dimostrando un papà coinvolto e premuroso. Blake
Avery che mette la sveglia? Non si era mai visto!
Mi sdraio sul lettino, la dottoressa mi prepara e
attiva la sonda ecografica, partendo alla ricerca del baby-Avery, mentre Blake
e Emma Rae fissano lo schermo con lo spettro bianco e nero.
«Si sa già il sesso?», chiede la mia amica.
«No, è ancora presto», risponde la dottoressa.
«Se sarà una femmina, quando sarà grande, le insegnerò
tutti i trucchi per conquistare gli uomini», esclama Emma Rae convinta.
Alla sua affermazione, Blake soffia dal naso
infastidito. «Speriamo non sia una femmina, allora».
La sua battuta mi fa ridere. «Ma se proprio ieri sera
hai detto che non vuoi un maschio per paura che diventi come te!».
«Ho cambiato idea», brontola lui incrociando le
braccia sul petto.
«Be’, tra poco più di un mese vi leverete ogni dubbio»,
interviene la dottoressa, «anche se potreste tranquillamente avere un maschio e
una femmina».
«Be’, con calma», la ferma Blake, «intanto vediamo
come ce la caviamo con uno».
La dottoressa scuote la testa. «Non credo proprio. Io
qui vedo due placente e due sacchi amniotici».
«Cosa vede?», domandiamo io e Blake all'unisono.
«Due gemelli».
Emma Rae ha la prontezza di spirito di tenere Blake
prima che cada a terra privo di sensi.
«Ge…melli?», balbetta lui. «Cioè, due bambini?».
«Esatto», conferma la dottoressa senza battere ciglio.
Io e Blake ci guardiamo in un misto di gioia e
terrore.
«Summer…», inizia lui facendosi sfuggire una risata
incredula.
«Sembra che invece che “Noi tre”, saremo “Noi
quattro”», dico ridacchiando anche io.
Lui mi prende la mano, come ha fatto quel capodanno,
quando sono corsa da lui a Sag Harbor. «Saremo un “Noi” un po’ più grande».
Bellissimo epilogo
RispondiEliminaFantastico! Non poteva esserci epilogo migliore!
RispondiEliminaCiao Erika io un blog racconti Rosa ti va di seguirlo?
EliminaL'infertilità è stata e continua ad essere un problema colossale che gli specialisti di tutto il mondo si preoccupano di risolvere. La ricerca continua sia nella direzione delle questioni cliniche - nuovi farmaci, nuovi regimi di trattamento per ridurre i rischi di complicazioni come l'iperstimolazione ovarica, sia nel campo dell'embriologia - nuovi mezzi e metodi di coltivazione degli embrioni, nuovi dispositivi e attrezzature.
RispondiEliminaLo scopo di questa ricerca è di aumentare l'efficacia del trattamento e la nascita di bambini sani. Dai un occhiata e molto interessante- Feskov
Grazieeee per questa novella.
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